Il volto tragico di Vite al limite: ecco i pazienti di Nowzaradan morti durante il programma

Vite al Limite, il programma in cui persone con problematiche legate all’alimentazione cercano di riprendersi la propria vita, ha purtroppo conosciuto anche importanti perdite.

Chi non conosce Vite al Limite, il celebre docureality televisivo che segue da vicino le vite di individui affetti da grave obesità? Tutti coloro che prendono parte al programma cercano di perdere peso sotto la guida del dottor Nowzaradan e del suo staff medico.

Pazienti deceduti Vite al Limite
Vite al Limite, i pazienti che non ce l’hanno fatta (Toplaymag.com)

Molti di loro hanno raggiunto l’obiettivo, ma alcuni (fortunatamente una minoranza)sono andati incontro a tragici e inaspettati epiloghi del loro percorso.

Le tragedie che hanno segnato Vite al limite

Dal 2012, hanno in cui il programma andò in onda per la prima volta, il pubblico mondiale ha seguito le storie dei pazienti del Dottor Nowzaradan con passione, rimanendo sempre stupidi dinanzi alle sfide affrontate per perseguire uno stile di vita più sano. Puntata dopo puntata l’iter è sempre lo stesso: si scopre la storia del paziente, si segue la prima visita con il mitico dottore che sottopone poi il paziente a un rigoroso programma di perdita di peso, con la promessa poi di potersi sottoporre a un intervento di bypass gastrico. Il più delle volte si assiste a un lieto fine ma, nonostante gli sforzi compiuti, undici persone coinvolte nello show hanno perso la vita.

Tra questi c’è ad esempio Henry Foots, paziente della prima stagione che ha successivamente perso la vita nel 2013 per cause sconosciute. Sean Miliken, protagonista della quarta stagione, ha lottato invece con problemi mentali e ha subito un arresto cardiaco nel 2019. C’è poi James King, paziente della quinta stagione, andato incontro a numerose complicazioni di salute, tra cui insufficienza epatica e renale, venuto a mancare nel 2020. Robert Buchel, della sesta stagione, è invece caduto vittima di un attacco di cuore durante le riprese del programma nel 2017.

Particolare è invece la storia di James “LB” Bonner, apparso nella sesta edizione del programma, segnato da una ferita autoinflitta. Dopo la sua dolorosa scomparsa, la famiglia ha intentato una causa contro la casa di produzione dello show, Megalomedia, accusandola di non aver prestato attenzione alla sua salute mentale. Molto simile il caso di Lisa Fleming, anch’essa della sesta stagione, deceduta a causa di un attacco di cuore nel 2018. Anche qui si sollevarono importanti questioni sulla responsabilità delle produzioni televisive nel prendersi cura della salute mentale dei partecipanti.

Altri tristi perdite di Vite al Limite

La settima stagione ha visto la scomparsa di Kelly Mason, venuta a mancare nel sonno dopo un attacco di cuore nel 2019. Coliesa McMillan, protagonista dell’ottava stagione, ha lottato con gravi problemi di salute e ha perso la vita poco dopo essere stata dimessa dall’ospedale nel 2020.

Pazienti deceduto Vite al limite
Vite al Limite, i pazienti che non ce l’hanno fatta (toplaymag.com)

Gina Krasley, anche lei paziente della stagione otto, ha intentato una causa contro Megalomedia per presunta negligenza riguardo ai suoi problemi di salute mentale ed è venuta a mancare nel 2021 per cause sconosciute. Renee Biran, della sesta stagione, è deceduta nello stesso anno. Si ignora in questo caso la causa ufficiale del decesso.

Vite al limite e la gestione delle problematiche psicologiche

Le morti dei partecipanti di Vite al Limite sollevano importanti questioni circa la gestione delle patologie mentali e le eventuali responsabilità delle produzioni televisive nel fornire un adeguato supporto ai partecipanti.

È cruciale garantire un’attenzione adeguata alla salute mentale di coloro che percorsi così complessi, oltre a poter garantire sempre una supervisione medica attenta e continua.

Queste tristi perdite ci invitano a riflettere sulle sfide che gli individui affrontano non solo nella lotta contro l’obesità, ma anche nella gestione delle patologie mentali associate, sottolineando l’importanza di fornire un supporto completo e di approccio alle problematiche di salute sempre a 360 gradi.

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